Ad oggi, Dicembre 2016, ci troviamo in assoluta controtendenza rispetto a qualche anno fa in cui l’attesa dei saldi era una data strategica, attesa sia dal dettagliante che godeva dell’eliminazione del prodotto residuale della stagione passata, così come soddisfaceva il potenziale acquirente che si trovava di fronte a delle opportunità di acquisto a prezzi agevolati.
Quando si fanno i Saldi di Fine Stagione?
Le date interessate dell’anno sono sostanzialmente due: la prima cade nel mese di gennaio per l'organizzazione saldi di fine stagione invernali, e la prima decade di Luglio per quelli estivi.
Queste date dovrebbero combaciare con il temine di entrambe le stagioni in modo da consentire al dettagliante di eliminare la merce invenduta, realizzare il prodotto in cassa e di conseguenza creare fisicamente spazio all’interno della superficie di vendita da dedicare ai nuovi arrivi.
Il fatto curioso è che a livello normativo si parla di “fine stagione” laddove ad oggi è tutto molto relativo dal momento che non si tiene conto, ancora una volta, delle reali necessità del negoziante e del fatto che non può decretarsi come timing d’inizio la prima decade di Gennaio come periodo identificato come temine della stagione invernale, anzi con le imprevedibilità climatiche a cui stiamo assistendo nel nostro Paese si poterebbe definire piena stagione invernale.
Le istituzioni a tutela del dettagliante dovrebbero prendere atto di tali necessità muovendosi di conseguenza, sottolineando come settori maggiormente colpiti dal ricircolo del prodotto stagionale come quello dell’abbigliamento, della calzatura, della biancheria per la casa, etc. risentano enormemente delle date imposte in cui dover necessariamente scontare degli articoli laddove la stagione ne consentirebbe la vendita a prezzo pieno o quasi.
Ci troviamo di fonte ad uno scenario nazionale che già di per se vede chiunque abbia un attività di rivendita al dettaglio alle prese con un mercato imprevedibile, che subisce tutte le tensioni che questo momento storico porta inevitabilmente con sé.
Liberalizzare le Vendite Straordinarie
Dai media che non fanno altro che trasmettere a pieno titolo gli improvvisi cambi di rotta del Governo, così come i dissesti geologici creati dal sisma avvenuto recentemente nel centro Italia: tutti fattori che direttamente o indirettamente concorrono a gettare ancor di più paura e ritrosia nel consumatore verso l’acquisto di beni intesi di “secondaria necessità”.
Nello scenario attuale la strategia che le istituzioni dovrebbero fare a tutela del mercato è di liberalizzare la grande famiglia delle vendite straordinarie così che ogni attività possa concorrere nel mercato senza divieti ne limiti imposti, in cui l’unico fulcro è di creare rotazione di cassa e ricircolo economico scegliendo autonomamente il periodo che si ritiene maggiormente opportuno in termini strategici per mettere in offerta gli articoli proposti all’interno della propria attività.