Secondo dati accreditati dalla Codacons, dall’inizio della recessione economica gli acquisti per i regali di Natale sono sempre costantemente in diminuzione. Nei primi anni del 2000 si spendeva per i regali di Natale circa 300 euro a testa, ad oggi siamo a circa la metà.
Spesso ci troviamo di fronte a delle normative nazionali che anziché agevolare il consumo e spronarne l’acquisto ne limitano la possibilità aggravando pesantemente la recessione economica.
Le leggi infatti che regolamentano le promozioni sui prodotti risultano ad oggi altamente restrittive, limitando le vendite promozionali solo in alcuni periodi dell’anno predeterminati a livello regionale.
Ipotizzando invece una liberalizzazione delle vendite straordinarie - tema di cui tanto si è dibattuto negli anni ma che nonostante ciò non ha prodotto cambiamenti e la situazione è rimasta pressoché invariata (ad eccezione dell’Emilia Romagna in cui si possono effettuare in piena autonomia) - ogni esercente sarebbe libero di promuovere, a sua completa discrezione, tutta o parte della merce presente all’interno della propria attività in qualsiasi periodo dell’anno, senza necessariamente dover sottostare a divieti come quello dei 30 giorni antecedenti ai saldi di fine stagione o del mese di Dicembre.
Nel contesto attuale essendo diminuito il potere d’acquisto degli stipendi e comunque essendo diminuita fortemente l’occupazione, in special modo nel periodo natalizio la possibilità di usufruire del libero arbitrio nel proporre offerte o particolari opportunità di acquisto nei riguardi della propria clientela non farebbe altro che agevolarne i consumi contribuendo a far ritrovare in diversi casi quel piacere di fare regali natalizi con maggiore gioia e spensieratezza.
Questa, insieme ad altre, potrebbe essere una delle tante sane soluzioni di buon senso che andrebbero a giovare alla ripresa dell’economia del nostro Paese.